Stamattina facevo scatoloni con un’amica e tra una tazzina sbeccata e una pentola senza coperchio ci eravamo quasi scordate i buoni consigli della stessa ginecologa.
“Anch’io prima bevevo molto poco – mi dice lei, – ma adesso mi sono abituata ad assecondare la sete ogni volta che minimamente la avverto.” Robe da mamme.
D’un tratto ripenso a tutte le volte che, con o senza pancione, ho evitato di bere per evitare di fare pipì.
Agli integratori ignorati perché tanto servivano solo a me.
Alle coccole schivate perché avevo un sacco di cose da fare.
Come se la tenerezza fosse uno sfizio. Come lo smalto sulle unghie, la pausa caffè, il cocco in spiaggia.
Fino a non sapere più qual è il mio colore preferito.
Bimba mia, ora lo so: nessuno può dare quello che non ha.
Non esistono mamme cattive, credimi, esistono mamme che sbagliano perché semplicemente sono colte alla sprovvista.
Io non ero pronta quando mi sei entrata nel cuore, ho dovuto imparare un centimetro alla volta, guardando te.
Sei stata la primavera che sboccia senza chiedere il permesso, anche quando dal cielo piovono bombe.
10 anni di primavere così, tutte fuori stagione.
La tenerezza che tu chiedi, io per prima me la devo conquistare; ma ci vuole tanto coraggio per lasciarsi amare.
E adesso mi sento come un soldato stanco, che combatte da una vita le sue guerre e le sue paure, e vorrebbe solo accasciarsi in un fosso per annusare finalmente i papaveri.
C’è sempre un pezzettino di storia che ci sfugge, e quel pezzettino va innaffiato di tenerezza.
Per me e per te.