L’ABC
Quante volte te l’avrò detto?
Quante volte devo ripetertelo?
In che lingua devo dirtelo?
Ma perché non ti entra in testa?
Ma perché ti entra da un orecchio e ti esce dall’altro?
Ma io parlo al muro?
MA NON VI RENDETE CONTO?
A detta di mio marito – che ha studiato ingegneria –, a forza di ripetere qualcosa entrerà pure in testa.
Eppure lui parla pochissimo, figuriamoci se si ripete.
Io invece parlo continuamente da sola. Mi faccio delle splendide domande retoriche e rispondo pure, argomentando con le vocine.
Con i bambini basterebbe il titolo: Si fa/Non si fa/Non lo fare più.
Invece io vado avanti con sottotitolo, elenco puntato, diagramma di flusso, sfogone, lamento, imprecazioni di rito, pippotto moralistico, citazioni letterarie, mimo, dida, esempi illustri, cronologia, ricatto morale, ricatto amorale… Niente, mi rimbalzano come muri di gomma.
Grazie a Dio!
Sarebbe un fardello insopportabile per un bambino RENDERSI CONTO.
Dei sacrifici di mamma e papà, della loro stanchezza, dei loro conti in tasca, delle loro preoccupazioni, dei loro dubbi, delle loro scadenze, della loro frustrazione, dei loro sensi di colpa, della loro inadeguatezza, della loro incoerenza.
Buoni propositi: ripetere all’infinito come se fosse la prima volta, sgridare senza ferire, dopo aver filtrato la rabbia, evitare il sarcasmo e le figure retoriche. (Sfogarsi è noioso e fa male a tutti.) Crederci se ti dicono che non lo faranno mai più.
* Per par condicio ho rigirato la stessa domanda al papà: Con te, ripetere serve? O tanto vale rinunciare in partenza e non sprecare il fiato? Fino a che età certe cose entrano in testa? Fino a che età si può cambiare? Troppe domande. Dovrò elaborare un algoritmo.