C’era una volta Dio. E c’era un uomo. O forse un bambino, non mi ricordo.
C’era una corda tesa tra Dio e l’uomo. O forse era un bambino, non mi ricordo. Beh, sicuramente era stato un bambino.
Ogni volta che l’uomo-bambino si comportava male (o si faceva male? è lo stesso) la corda si spezzava. Il bambino piangeva. L’uomo di più. Avevano paura di cadere. Anche Dio a guardarli piangeva un po’.
Poi però, ogni volta, Dio prendeva i due capi della corda spezzata e faceva un bel nodo, così.
Alla fine la corda era piena zeppa di nodi, così piena di nodi da diventare cortissima.
Talmente corta che Dio prese in braccio l’uomo, e l’uomo prese in braccio il bambino.
“Questo è per tutte le volte che hai pianto”, disse Dio. E buttò via la corda perché ormai non serviva più. Non ci si poteva nemmeno saltare a corda tanto era corta.
Allora si abbracciarono tutti e rimasero per sempre così abbracciati.
Questa storiella l’ho sentita un sacco di volte quando ero bambina, e un sacco di volte l’ho raccontata a un sacco di bimbi. Ma quando tuo figlio di 9 anni la racconta a te, è tutta un’altra storia.
Una volta qualcuno di molto saggio mi disse che a 9 anni un bambino è abbastanza grande per rimanere sveglio a guardare il Milan, amministrare i suoi spiccioli e distinguere chiaramente il bene dal male.
Sempre a 9 anni è anche abbastanza piccolo da chiedere scusa e subito dopo sentirsi leggero.
Ecco, questa storiella è per te, mamma, che perdi un sacco di tempo a districare i nodi.
Per te, quando tutti i nodi vengono al pettine e avresti voglia di strapparli via.
Per te che hai una collezione di pettinini a denti stretti.
Per te che tiri tiri e tiri, finché non fa male.
Mamma, non hai paura di cadere?