In quest’anno un po’ strano, anche le catechiste arrancano. E così la preghierina dell’Angelo di Dio dovremo spiegarla noi mamme e papà ai nostri figli. Una lezioncina semplice semplice: basta studiare 5-6 paginette (con tanto di figure) e poi realizzare in famiglia un angioletto di carta (tutorial spammato in chat). Se pensavamo di cavarcela adducendo anni e anni di recita dell’Angelo di Dio tutte le sere cascassero gli occhi, ci sbagliavamo. Gesù fa sconti, Bea no. Perciò da una settimana a questa parte, ogni pomeriggio al rientro da scuola, ci sbatte in faccia il suo disappunto: “Allora, avete preparato la lezioncina? … Nemmeno oggi?!? … Guardate che è importante!” (Ma che cosa fate tutto il giorno?) (Mentre io mi spacco la schiena…)
Dobbiamo correre ai ripari se non vogliamo sentirla pronunciare la fatidica sentenza: Siete intelligenti, ma non vi applicate.
Ma io ero quello delle ripetizioni di matematica!
E io ho studiato lettere classiche, che c’entra scusa?
Lo sai che mi vergogno a parlare!
E io già parlo troppo!
Così oggi, durante la nostra già striminzita pausa pranzo, ci armiamo di matitone rosso e blu e prepariamo la lezioncina.
E scopriamo che l’Angelo di Dio
ILLUMINA
CUSTODISCE
REGGE
GOVERNA
Insomma, fa quello che vorremmo fare noi con i nostri bimbi, se solo fossimo degli angeli.
Forte, no?
La sera c’è grande attesa, sono tutti schierati sul divano e temo alzeranno delle palette a fine performance. Alla fine la mamma se la cava in cinque minuti sbirciando gli appunti, tra una risatina e un pizzicotto. Il papà è ancora lì che fabbrica angioletti di carta.