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Il giardino segreto

Questo post è un po’ forte, mi spiace. Ma lo devo a un paio di persone care, e soprattutto a me stessa. Ho rimandato a lungo, ma ho capito che era arrivato il momento quando mia figlia ha comprato il suo primo diario segreto.

Bimba mia, c’è un pezzetto del tuo cuore, di cui puoi intuire vagamente le coordinate, accessibile solo a te stessa. La porta si chiude unicamente dall’interno e solo tu ne hai le chiavi. È il giardino segreto della tua coscienza, dove nemmeno Dio entra senza chiedere il permesso, e devi custodirlo gelosamente.
Nessuno nessuno nessuno può metterci piede. Né l’amico migliore, né l’amore di una vita, né il professore più carismatico, né il prete più santo, né il capetto di turno o il mito del momento. Nemmeno la mamma e il papà. Che all’inizio magari ti daranno due dritte per imboccare la strada, ma poi ti lasceranno sulla soglia e faranno un passo indietro.

Ricordatelo, per te la mamma e il papà ci saranno sempre, ma in quel giardino segreto ci dovrai entrare da sola. È lì che giocherai le partite più importanti e combatterai le battaglie decisive, è lì che farai i conti con i desideri e le paure, è lì che conoscerai te stessa e diventerai grande. Che ti sentirai chiamata per nome.
Se la coscienza ti suggerirà di fare o non fare una cosa, nessuno potrà costringerti a fare il contrario. Nessuno potrà dirti “Fidati di me, fai come ti dico”, perché nessuno ne sa più di te sulla tua vita.

E se una vita te la senti stretta, non credere a chi ti dice che sei tu quella sbagliata, perché la vita è tua e deve calzarti a pennello.
Trova tu il tuo posto nel mondo, il tuo cuore è l’unica bussola affidabile.
E mente chi ti dice che la strada per il Paradiso è tutta in salita, perché la strada è dolce se è la tua, e il bagaglio leggero. 

La coscienza non sbaglia mai, se la sai ascoltare. All’inizio dovrai rischiare un po’, ma la cartina tornasole sarà una grande pace, perché le decisioni giuste ci rendono felici. E se anche dovessi sbagliare, potrai cambiare idea ogni volta che lo vorrai. Ma sta a te, e a nessun altro, prendere in mano la tua vita e farne un capolavoro. Lasciati fare solo da Dio, tutto il resto è un’ingerenza e si chiama abuso.

È una parola che fa paura – io la odio –, perciò noi grandi la diciamo di rado e sottovoce. E troppo spesso lasciamo perdere. Assecondiamo e permettiamo cose che ci puzzano, che ci mettono a disagio, che non ci lasciano tranquilli. Pur di non sollevare un polverone, pur di non creare imbarazzi. Cosa vuoi che sia? Avrai visto male. Salvo dire, col senno di poi: “In effetti c’era qualcosa di strano”. Troppo tardi. Ci illudiamo che le cose brutte accadano tutte oltreoceano, e invece, se le statistiche non mentono, qualcuna ci accade proprio sotto il naso.

Troppo spesso, per paura o per comodità, lasciamo che siano altri a decidere. Studi che non fanno per noi, mestieri ereditati, relazioni che ci tolgono l’aria, scelte di vita sbagliate, etichette che ci mettono addosso, situazioni che subiamo in silenzio. Allontanandoci sempre più dal baricentro della nostra coscienza, perdiamo l’equilibrio. Percorriamo strade in salita che non meritano tanta fatica e non portano da nessuna parte. Siamo bambini smarriti in corpi di adulti. Incapaci di mettere paletti, ci affidiamo senza remore a chi stimiamo più capace, continuando a delegare la nostra felicità. Finché qualcosa dentro non si spezza e viviamo di rimpianti.  

In questo mondo ferito e dolente, la mamma e il papà darebbero volentieri la vita perché tu e i tuoi fratelli poteste giocare spensierati come in un giardino. E invece possiamo fare ben poco.
Tenervi per mano tutta la vita? Impossibile. (Per fortuna.) Dovete correre lontano. E noi non ci saremo per sempre.
Mettervi al sicuro? In un ambiente protetto, in una buona scuola, tra gente per bene? Comodo. Ma non vogliamo delegare ad altri per stare tranquilli, convincervi che il pericolo è sempre altrove, abituarvi a cadere in piedi. E le delusioni in ambienti “sicuri” fanno male il doppio. (“Ma come? Io di te mi fidavo…”)
Mettervi in guardia? Controproducente. Popolare il vostro mondo di mostri sarebbe un attimo, disinfestarlo un’impresa titanica. Uomini neri e orchi appostati ovunque? Vivere nella paura vi renderebbe ancora più fragili. E anzi, sappiate che, in caso di pericolo, proprio agli adulti dovete chiedere aiuto.

Non ci rimane che additarvi la via più bella, anche se significherà lasciarvi andare. Tu, bimba mia, trova la porta nascosta del tuo giardino segreto, allenati fin d’ora con piccole e grandi decisioni, fai di testa tua se non sono capricci, però spiegaci il perché. Impareremo anche noi grandi a rimangiarci un consiglio, a chiamare le cose col loro nome, a fidarci di te.

Perché la mamma l’ha capito dopo qualche batosta, il papà invece l’ha sempre saputo: che del cuore ci si può fidare. Vedi, l’aria è leggera, ma se non facesse attrito ogni atterraggio sarebbe uno schianto. Io, che sono un po’ fifona, me lo ripeto come un mantra ogni volta che l’aereo perde quota avvicinandosi alla pista. Me lo ripeto ogni volta che entro nel mio, di giardino segreto, chiudo la porta e mi metto in ascolto.

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