L’ABC
A volte ti fermi e assisti a certe scene. Scene di fratelli che dall’alto di 3 o 4 cm in più insegnano a un altro a camminare, a parlare, a lavarsi i denti, a usare il coltello, a mettere l’h al posto giusto. E non riesci a restartene in disparte, e da dietro elargisci consigli, rimproveri, argini, dai dritte…
Lasciagli spazio per muoversi!
Così lo spaventi!
Il compito deve farlo lui, non te!
Tienilo, se no cade! Sì, ma non così forte, così lo stritoli!
Devi avere più pazienza!
Ognuno ha i suoi tempi.
Non è una gara.
A lui piace così, ognuno ha i suoi gusti. Siete diversi.
Ma lascialo in pace una buona volta!
Sei una comandina!
E mentre sproloqui inascoltata un po’ di paura ti viene: perché ti sembra di vedere i tuoi stessi errori in miniatura, e perché da qualcuno avranno pur preso. E allora ringrazi Dio per la fantasia della vita che sfugge alle leggi della genetica e ai capricci delle x e delle y. Perché per fortuna non saranno mai copie (né belle né brutte) di te.