Se già non esiste, vorrei che indicessero un No Phone Day.
24 ore, una volta all’anno, senza connessione. Chissà quanti di noi sopravvivrebbero.
La regola n. 11 vuole che non si porti il cellulare a tavola, e per ora solo il papà sgarra. Già siamo in tanti a tavola – che se uno alza la mano per parlare, ora che arriva il suo turno ha bell’e dimenticato cosa voleva dire –; se imbuchiamo pure un cellulare a testa, ciaone!
Se davvero insegnasse ai miei figli a dire “Ciao! Come posso aiutarti?” ci farei un pensierino, ma qui non si può nemmeno più discutere in santa pace sulla ricetta della carbonara, che subito interviene Google a dissipare ogni dubbio.
Risposte. Certe. Subito. Non sappiamo proprio cavarcela da soli.
Domenica andiamo in gita! Aspetta, vediamo che tempo fa.
Mi servirebbe dell’elastico, conosci una merceria? Aspetta che confrontiamo i prezzi su Amazon.
Devo andare a Milano. Occhio che saranno cambiati gli orari dei treni, aspetta che controllo.
Giochi da fare al chiuso con 4 bimbi e un lattante? Cerchiamo su mammaesaurita.com.
Meglio tirar via il dentino o aspettare che cada? (Ditemi che Google non lo sa.)
No no no! Io lo voglio quel chissà. Mi piace l’approssimazione tipica dei comuni mortali e mi piace imparare sbagliando. Litigare su cose inutili solo per dire la mia. Farmi un’idea e poi cambiarla. Andare a memoria e a buon senso. Troppe notizie e troppi tuttologi, nessuno che si fida più delle maestre e dei papà. Non voglio buttar tutto nel carrello, tanto al massimo il reso è gratuito. Voglio tenermi la fame e non chiamare Just Eat. Rimanere bloccata nel traffico perché non ho Waze. Indovinare l’età di un amico senza guardare su FB. Andare in vacanza senza leggermi prima le recensioni di emeriti nickname. La realtà ha un peso specifico, non la si può Googlare: perché è fatta di cose che cadono sui mignolini, di pioggia quando non hai l’ombrello, di pane tagliato a morsi perché hai dimenticato il coltello nello zaino del pic nic, di trecce fatte senza tutorial su capelli tagliati storti.
Dell’antica Roma mi è rimasta appiccicata questa espressione: “Dice che da domani chiudono la strada. Dice che lì annacquano la benzina. Dice che girano i pidocchi”. E il mio marito F205 (non quello ingegnere e precisetto) ogni volta che mi scappa me lo fa notare: “Ma dice chiii?” Non ho capito perché se lo dice Chiii non va bene e se lo dice Google invece nessun problema.