Non riesco a prendere sonno se tutti i pastelli non sono riposti in ordine nella loro valigetta e passo buona parte della giornata a spostare cose (spesso minuscole) che non sono al loro posto. Ho un inventario fotografico degli scatoloni in cantina. Mettere in ordine mi dà l’illusione di avere le cose sotto controllo. Ma il caos alla fine ha sempre la meglio e la battaglia mi deprime.
Mio marito ha un rapporto molto più sano con il disordine. Per lui è sinonimo di libertà, di infanzia, di famiglia. Al massimo lo dribbla, ma non ci litiga continuamente. Gli ricorda il Big Bang.
Paradossalmente (ma forse no) io m’invento un’infinità di regole stressanti a cui attenermi, salvo poi sfogare il mio estro nei “mappazzoni” (piatti in cui si può buttar tutto dentro alla rinfusa, alias “svuota-frigo”); lui invece vive alla giornata e ha una vera fissa per i libretti delle istruzioni.
Va a finire che quando mi metto in testa di fare una super torta castello di ghiaccio per nostra figlia di 7 anni e dopo 3 ore di esasperazione mi ritrovo con la cucina sottosopra e dell’arte contemporanea in bilico su un cucchiaio, lui passa e commenta: “Forse la panna non era abbastanza fredda… Magari ti è caduto un po’ di rosso nel bianco… Le uova erano a temperatura ambiente?” E io mi innervosisco. “Per caso mi stai dicendo che non ho seguito la ricetta? No! Ti giuro che è colpa del Fato, del Governo, della DaD, dell’allattamento materno! Tu non mi capisci!!!”
La verità – lo sto ammettendo pubblicamente – è che invece sono io a non capire. Lui capisce, comprende, abbraccia la realtà così com’è. Varia, asimmetrica, policroma, indisciplinata, caotica, disordinata. Obbedisce alle istruzioni, non se le inventa. Io invece quando non capisco le cose mi arrabbio. Perché mai sono così, mentre dovrebbero essere colì? E passo ore, settimane, mesi, anni, nel vano tentativo di raddrizzarle. Di farle assomigliare, almeno vagamente, all’idea che ho in testa io.
Mio marito lo sa e non mi citofona più alle 3 di notte per portarmi a Parigi. Ha capito che sono una donna noiosa e non amo le sorprese. (Caro marito, non arrenderti… Caso mai, prendi al volo il mio beauty e un tubino nero.)
* Il libro di don Fabio Rosini (L’arte di ricominciare) me lo sto gustando pian piano, quindi il mio segnalibro è fermo a p. 40, al paragrafo Fratello Caos. Lo rileggo più o meno tutti i giorni. «Un matrimonio è un evento caotico. Fare il prete è un evento caotico… crescere un adolescente è un evento imprevedibile… Fare un figlio è disordine puro. Una giornata non va mai come la pensi. Le cose non sono mai come “dovrebbero” essere. […] Prima o poi, con tutta la gente che mi arriva addosso, lo troverò quello “normale”. Vi chiamo e gli meniamo tutti insieme, sto disgraziato. È tutta la vita che non mi sento normale e che incontro gente che non si sente normale. Com’è una persona “normale”? E che ne so? Mai vista una.»
** Dedicato alla nostra amica Chicca, che ha un sorriso contagioso (!) e una treccia impeccabile anche quando le cose vanno meravigliosamente storte.