La gente dice che sono testona e polemica, e che non mi va mai bene niente.
Perché lo chiedo da una vita a chiunque incontri, urlando e pestando i piedi.
È vero, lo sono. E non mi piace affatto.
Da che ho ricordi, il mio desiderio si è radicato all’opposizione, nutrendosi di no senza senso e arrampicandosi tenace e storto come edera sui muri. Sapevo benissimo cosa NON volevo per me e quando pestavo i piedi la risposta era sempre la stessa: “Quella è la porta”. Sbagliavano la risposta, o forse sbagliavo io la domanda, perché la porta sapevo benissimo trovarla da me. E infatti me la sono sbattuta alle spalle senza ritorno…
Ho desiderato per anni cambiare cognome, fondere la fede della nonna, grattar via dalla pelle persino quel neo di famiglia. Sapevo benissimo cosa NON ero, mentre contavo le mie carrube. Sapevo cosa NON volevo diventare, a chi NON volevo assomigliare e quale uomo NON avrei mai voluto accanto. Senza se e senza ma, a costo di restar sola.
Se esiste la parola SCASATA, quello è il mio NON-luogo, a metà strada fra SPAESATA e SCORDATA. È un NON-luogo poco ospitale, lo so, ma a forza di abitarci mi è più familiare di qualunque Terra Promessa.
Spero di ricordarmelo tra qualche anno, quando i miei figli sbatteranno la porta senza che spieghi loro dov’è. Spero trovino qualcuno per via a indicar loro la strada di casa. A dir loro che oltre la porta c’è sempre qualcuno che aspetta. Tu bussa pure.
La gente dice che sono testona e polemica, e che non mi va mai bene niente.
Se solo sapesse quanta struggente nostalgia.
DEVI DIRMI DOV’È!
PERCHÉ VOGLIO VENIRE ANCH’IO!