In cucina sono un disastro. (L’ho già detto?) All’inizio perché mi hanno mandato in confusione: vai a occhio, aggiusta di sale, vedi tu in base a quanti siete, assaggia e lo capisci. Poi perché ho sposato uno che le ricette se le inventa. Pigrizia congenita e nausee gravidiche non hanno certo aiutato. Cucino solo per sopravvivenza e se fossi single andrei avanti tranquillamente a pane, olio e Coca Cola.
Però del mio fallimentare stage culinario una cosa me la ricordo: la nonna che mi diceva “Aggiungi un pizzico d’amore”.
Il segreto torna e ritorna sempre utile nella vita di una mamma. Anche nella vita di un papà, certo, però le mamme, anche quelle più emancipate, ce l’hanno proprio nel DNA. Questa pessima abitudine di fare un miliardo di cose gratis. Non solo perché nel nostro Paese il lavoro della mamma non è retribuito (e sfido chiunque, dopo due mesi di quarantena, a dire che è più faticoso andare in ufficio…), ma perché facciamo e rifacciamo mille volte al giorno cose per cui nessuno ci dirà mai grazie. Cose piccole, piccolissime, di cui nemmeno si accorgeranno.
Nessuno scatto di anzianità al raggiungimento delle 3000 lavatrici, nessun aumento di stipendio per aver sempre consegnato i figli a scuola prima che suonasse la campanella, nessuno straordinario retribuito per tutte le camicie stirate nel weekend, nessun premio aziendale per essere arrivata in cassa facendo lo slalom con due carrelli e saltando a piè pari il reparto cosmetici, nessun rapportino sui calzini tirati su da terra in una giornata (che manco fossimo millepiedi), nessun weekend di team building in un fighissimo maneggio toscano per sviluppare le tue capacità di organizzare un frigo, nessun biglietto da visita che ti faccia sentire un eroe. E ovviamente niente ferie, niente malattia, niente pausa pranzo, figuriamoci la pausa caffè, niente tredicesima e quattordicesima, niente ticket restaurant, reperibilità h24. Non vale spegnere il video e fare altro. Non sono previsti scioperi sindacali, né part time, né permessi. Devi scegliere tra fare pipì e pettinarti. La pensione, scordatela.
Però in effetti zero ansia da prestazione e contratto a tempo indeterminato senza periodo di prova. Nessun capo collerico e nessun collega che ti fa le scarpe, nessun cartellino da timbrare. Puoi risparmiarti giacca e cravatta e noiosissime riunioni sugli obiettivi. Nessun calo di produzione, anzi c’è sempre del lavoro arretrato da smaltire. Non ti licenziano nemmeno se tutte le sere propini pasta al burro. Se sei brava ti danno l’auto aziendale con tanto di seggiolini incorporati e bagagliaio spazioso per le bici.
Ragazzi, siamo seri, non vi stiamo chiedendo un ufficio d’angolo con vista Portofino, ci basterebbe una pacca sulla spalla a fine giornata.
Niente di niente: la mamma è data per scontata. Come l’acqua calda quando entri in doccia.
E questo è bellissimo.
Sapere che qualcuno se ne va sereno per la sua strada perché tanto c’è la mamma.
Però è anche frustrante. Ci sono sere in cui ti sembra di non aver fatto nulla eppure sei devastata.
Per fortuna puoi aggiustare d’amore. Mettere amore nelle piccole piccolissime cose, quelle che nessuno vede perché davvero sono infinite e infinitesimali. Conteggiarle, farle notare, lamentarsi, mettere i puntini sulle i rovinerebbe tutto. Come quando i bimbi ci chiedono le caramelle perché sono stati gentili. Così non vale! Ma quando scopri che l’amore ripaga e centuplica, allora ti basta. Arrivi a desiderare che nessuno se ne accorga, che nessuno ti dica grazie, che nessuno entri in doccia e trovi l’acqua fredda.
C’è Chi ti guarda sempre, e fa il tifo per te. Tu mettici l’amore che manca, non andrà mai sprecato.