Che poi si litiga sempre per delle c****te!
Ah, anche voi?
Beh, ovvio!
Ovvio nelle famiglie felici – come disse un saggio russo –, un po’ meno ovvio in quelle infelici. Ma a quanto pare le prime sono assai più numerose di quanto non si creda.
Perciò è molto terapeutico confrontarsi sul tema con altre coppie di amici; anzi ancora meglio, se si è abbastanza intimi, litigare davanti a loro. È raro che qualcuno resti traumatizzato.
Se non ci sono amici nei paraggi, si può sempre ripiegare sul pubblico minorenne. Dicono che è meglio non litigare davanti ai figli. Ma dicono anche che la televisione fa male, perciò tanto vale. Saremo o no più divertenti di Peppa Pig che fa i rutti e salta nelle pozzanghere!? Li si piazza tutti sul divano muniti di pop corn e si fa il gioco delle scarpe. Décolleté col tacco VS pantofola degli anni 90, e vai col televoto.
Ecco una serie di grandi classici in casa nostra.
- Mocio VS straccio dei pavimenti
- Aspirapolvere VS scopa elettrica
- Pesto fresco VS pesto a lunga conservazione
- Tavoletta del water su VS giù (e il suo corollario pipì in piedi VS pipì seduti)
- Gita all’IKEA VS Lo costruisco io!
- McDonald’s VS Burger King
- Ombrellone, borsa frigo, materassini, costumi di ricambio, crema solare, pinne fucili ed occhiali VS intanto partiamo poi ci arrangiamo
L’importante comunque è partire sempre da un pretesto banale. Tu e il tuo…!
Poi però bisogna essere abbastanza bravi da tirarla per le lunghe. Ma perchéèèè…?
La cosa, infatti, rischia di esaurirsi alla seconda battuta. Perché mia madre faceva così. (Oppure, più sofisticata: Perché mia madre faceva esattamente il contrario.)
Invece, perché la storia tenga, bisogna dosare sapientemente alcuni ingredienti.
- Un briciolo d’inerzia: ho un minuto libero e piuttosto che imparare a cucinare…
- Tanta cocciutaggine: MAI cambiare idea, MAI lasciare all’altro l’ultima parola.
- Una sfilza di nervosismi pregressi: sono motivazionali.
- Il tono di voce: sbottare e non mollare, in una climax inarrestabile.
- Due o tre sensazioni inconfutabili: Tu non ti rendi conto, tu non hai idea, ma tu ci pensi mai a noi? tu non mi ascolti mai!
- I luoghi comuni: È perché tu sei terrona! E tu sei un nerd!
- Lo storico: Butto sempre io la spazzatura! Ma se ieri l’ho buttata io!
- La matematica (perché i contenuti sono importanti): Sai quante volte mi sono svegliata stanotte?
- L’ingegneria gestionale: Arriviamo sempre tardi perché tu non sai darti delle priorità. Perché sono sempre presa dalle urgenze!
- I massimi sistemi: Non è questo il punto! Va sempre a finire così!
- Un po’ di azione: mi piacerebbe troppo vedere dal vivo gente che si lancia i piatti (noi non lo facciamo perché poi dovrei tirar su i cocci io)
- Se l’interesse cala bisogna ricorrere a qualche diversivo irritante: i vetri sporchi, il mignolino del piede, l’ennesima notifica sulla chat dell’asilo. Tanto il pretesto di partenza era già bello che dimenticato.
Assolutamente da evitare
- Argomenti che non tirano, tipo rifare i letti al mattino, rimettere il tappo al dentifricio, smontare e mettere via i puzzle… tiferebbero tutti per il papà. Che senso ha fare e rifare la stessa cosa?
- Le parolacce: allenatevi a trovare dei sinonimi anche in preda alla rabbia. Le parolacce, se abusate, non fanno più colpo.
- La resa incondizionata: sarebbe un dispendio inutile di energie chiudere senza un minimo di trattativa.
- Il contatto fisico: una carezza ben piazzata potrebbe mandare in malora ore e ore di litigata.
- Le invasioni di campo: ognuno deve rimanere al di là della linea di mezzo. Ancora meglio andarsene sul più bello sbattendo la porta. Se per sbaglio doveste ricordarvi che giocate nella stessa squadra… idem come sopra.
- Chiedere scusa. A meno che così facendo non si riesca ad avere l’ultima parola.
Per la cronaca. In casa nostra io litigo da sola. Mio marito ha capito dove si va a parare, quindi per litigare seriamente devo dire anche le sue di battute.
