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AAA Tenerezza Cercasi

Voi non la sentite la rabbia che sale? Si taglia a fette.

Medici e infermieri stremati VS stupidi incoscienti che se ne infischiano delle regole.
Mamme polemiche VS maestre severe e zaini pesanti. Mamme polemiche VS maestre incoscienti e zaini vuoti.
Cassa integrazione VS dipendenti statali che tanto chi glielo tocca il posto.
Universitari fuori sede VS vecchietti assembrati nei cimiteri.
Estetisti VS parrucchieri.
Riusciamo a litigare pure sui Ferragnez-tutta invidia.

È il maledetto tranello della tifoseria, che ci spinge a barricarci all’opposizione urlando sempre più forte. Ma la rabbia è sorda, si urla addosso.

Stamattina ci sono cascata anch’io, nonostante i buoni propositi.
Appuntamento alla ASL preso n settimane fa per incomprensibili trafile burocratiche. Dal piano 1 ti sbattono al -1 e dal -1 al 2, su e giù per le scale che poi arrivi in vetta e c’hai per forza la febbre e la tosse asinina. Ma chi le ha detto di venire qui? mi dica il nome! ma stiamo scherzando?!? Mi dia un documento! Tutti questi? Ma signora mia, qui con cinque figli ci stiamo tutta la mattina!…
Fatto sta che alla fine sbuffo. (Ok, forse non sbuffo e basta, perché la tizia dietro il vetro se ne accorge…) (Se mai ci andrò in purgatorio, per la legge del contrappasso me ne starò qualche annetto dall’altra parte di un call center, a beccarmi insulti.)
Poi mi cade l’occhio su un foglietto appiccicato dietro di lei: “Sorridi e sii gentile…” Ops, me l’avevano pure detto i miei bimbi che oggi era la Giornata Mondiale della Gentilezza.
Mi vergogno un po’, ma devo dirglielo: “Grazie per quel foglietto, davvero! Mi scusi, non sono arrabbiata, sono solo un po’ stanca”. Mi guarda perplessa, poi si gira anche lei, rilegge, sorride: “Magari a Roma si stava un po’ meglio…”

La rabbia attira rabbia. La tenerezza attira tenerezza.
Ci hanno negato gli abbracci, le pause caffè, le chiacchiere fuori scuola, il sabato sera tra amici, le feste di compleanno. Siamo tutti assetati di tenerezza.

Ogni bambino è nato Messia, e bisogna cullarlo.*

Voglio crederci, visto che è quasi Natale. Che c’è un bambino da cullare in ogni infermiere stremato, in ogni politico insultato, in ogni mamma nervosa e stanca, in ogni maestra tampinata, in ogni papà che lavora troppo e in ogni disoccupato, in ogni vecchietto lento, in ogni studente deluso, in ogni artista messo a tacere, in ogni bar chiuso, in ogni famiglia chiassosa, e sì, anche in ogni stupido incosciente a zonzo senza mascherina.

* Lilim del tramonto, bellissimo libro di Bruno Tognolini, assolutamente da leggere, e non solo a Natale.

* Tenerezza materna era uno dei nomi di Dio. L’hanno tradotto con misericordia, e così ne è rimasto ben poco a parte il singolare femminile. Anche pietà non renderebbe, se non fosse per quel morbido abbraccio di marmo divenuto famoso. Tenerezza materna era il nome di un Dio che cura coi baci, anche se te l’ho detto mille volte che non ti devi lanciare dal letto a castello, ma tanto tu non mi ascolti mai… Il nome di un Dio che teneramente culla i suoi figli bambini.

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