Certe volte le cose da fare mi sembrano macigni.
Certe volte mi pare di doverlo tenere su io il mondo.
E se qualcuno prova a darmi una mano dico: no grazie, non lo faresti a modo mio.
Tipo la lavastoviglie.
Tipo appaiare i calzini.
Tipo la chat di classe.
Tipo cose che insomma non casca il mondo.
La conosco bene, quella sensazione di doversela cavare da soli.
La paura che il motorino si fermasse di notte.
Il diluvio preso in testa perché hai dimenticato l’ombrello.
Il timore di averne dimenticato qualcuno a scuola.
Il terrore di rifare gli stessi sbagli che non ti perdoneranno.
Lui mi dice: non è così grave. Bastava chiedere. Se non sono in call ci penso io.
Tu la fai semplice, mi innervosisco io. Ma perché allora me lo prendo sempre io il diluvio in testa?
Eppure ci sarà stato un tempo in cui mi sapevo custodita, tenuta sul cuore, vegliata giorno e notte.
Quando tutto pareva semplice perché: a te ci penso io.
Gira e rigira, il punto è sempre quello.
Sapersi figli.