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A pelle

“Mamma, per fortuna che i lavori sono finiti! Non mi piaceva avere degli estranei in casa.”
Senza accorgermene tiro un sospiro di sollievo, e non è per i lavori in casa finiti.

Quante volte, mentre rincorro i miei figli con un paio di mutande, urlando che non si va in giro nudi e predicendo malanni e sventure, mi chiedo se prima o poi capiranno.
Perché certe robe uno può capirle solo a pelle (E anzi il pippotto della mamma nata nel ‘900 è controproducente. Specie se la stessa mamma non mi fa usare il cellulare e mi costringe a mangiare i broccoletti.)
Che il fuoco brucia, che la neve è fredda, che bisogna ritrarre la mano sul confine segnato dal dolore. Lo si capisce solo a pelle.

Sì ok, ma quand’è che questa pelle inizierà a dir loro qualcosa? Ora che si comincia con i pigiama party, i campeggi dell’oratorio, i weekend con la squadra di calcio. I miei figli sanno davvero che hanno il diritto di scappare se non si sentono a loro agio? Che possono sottrarsi a qualcosa anche se tutti la fanno? Che c’è uno spazio solo loro in cui gli altri per entrare devono chiedere il permesso? Che sta a loro tracciare confini e mettere paletti?

Io li vedo, da dieci anni a questa parte, farsi la pelle sulla mia di pelle. Un tira e molla a tratti estenuante. Il tempo di imparare come incastrare i nasi per scambiarsi un bacio e ti ritrovi dentro un cucciolo d’uomo che per prendere le misure ti prende a calci. Pelle che si stiracchia e si riassesta. 

Mi ricordo di una mini Pasionaria che a pochi giorni di vita, dopo aver mangiato a sbafo dentro la mia pelle per 41 settimane e 6 giorni, mise in chiaro che della mia pelle poteva tranquillamente fare a meno, perciò che le procurassi del cibo vero. Alla faccia di certe amiche del corso preparto che allattavano ovunque come Madonne di Raffaello. Da subito troppo emancipata per le coccole nel lettone, adesso si struscia come un gatto appena vede che non ci sono fratelli in giro. Ma siamo a un passo dall’adolescenza, quindi mamma non prenderci troppo la mano. 
Il GGG visse per altri nove mesi ciucciando, accoccolato come un koala sulla mia pelle. Quando non era fame erano le coliche. Adesso schifa i baci e si vergogna se sua madre gli scombina la frangia sudata dopo un gol.

Abbiamo un bagno dei maschi e uno delle femmine, non per pudore ma per schifo reciproco. Tanto la mamma deve pulire entrambi.
Le femmine si chiudono a chiave anche per soffiarsi il naso, i maschi fanno la doccia tutti insieme, in un groviglio di gambe e di braccia che poi asciugano all’aria. Si rotolano e si assaggiano continuamente, sono un impasto a 4 teste che si divide solo se minaccio una foto di famiglia.

Anch’io con la mia pelle ci ho dovuto fare i conti in questi 10 anni di assembramento.
Altro che olio di mandorle antismagliature. Qui è tutto un 
fai spazio / spingasignoraspinga
ciuccia /svezza
in bracciooooo! / faccio da solooooo!
Coccolami! / Scollati! 

È così che la pelle prende le misure? A forza di tirare e di slabbrarsi?

Non lo so, so che la strada è ancora lunga e che non esiste un manuale con i centimetri. 
E poi so che chi ti vuol bene chiede sempre permesso.

Permesso per farti una foto
Per farti una carezza
Per farti una domanda
Per salire in casa tua
Per aprire il frigo
Per entrarti nell’anima

E che tu puoi dire di no
Se non ti senti guardata come vorresti
Se quell’abbraccio stritola
Se uno alza la voce
Se non sei pronta
Se a pelle non ti va

Custodiscila questa pelle, è il termometro del cuore che c’è sotto.

* Un anno o l’altro lo faccio. Non firmo la liberatoria scolastica foto e video. Che senso hanno tutti i millemila moduli sulla privacy, se poi i nostri figli sono continuamente messi in vetrina? Davvero sappiamo chi guarderà il nostro stato wa o dove arriverà quella foto postata sui social? (L’altro giorno mi ha chiamato un camionista polacco sul confine ucraino, probabilmente aveva avuto il mio numero da una mamma del nuoto a cui l’aveva allungato il tizio dell’Esselunga…) Valgono così poco i nostri momenti di famiglia? E come faranno i nostri figli a capire i propri confini invalicabili se noi per primi non chiediamo il permesso?

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