Mi è sempre dura ricominciare.
Mi incaglio nei consuntivi di fine anno, due belle colonne, e non so mai cosa trattenere e cosa lasciar andare.
Sono felice? Lo sono abbastanza? Ringrazio per cosa? Cosa c’è che non va?
Chiudo gli occhi e incrocio le dita. Ecco, mi dico, finalmente ricomincio da zero.
Domani sarà un primo giorno, sarà un cuore nuovo.
E invece no, non c’è setaccio su questa terra. Nessuna selezione tra erbacce e grano, nessuna scrematura.
Il primo giorno dell’anno nuovo sono la stessa me dell’altro ieri, impiastro di fango e grazia.
Basterebbe non guardare la paglia e guardare invece il bambino, che ci dorme sereno come in braccio a sua madre.
Non sta a te far nuove le cose, prendi sonno.