Settembre sa di speranza.
Di nuovi inizi dentro scampoli d’estate
Di jeans ripescati dall’armadio, di scarpe più grandi, di grembiuli stirati e di etichette sui quaderni
Di numeri utili e di deleghe e di moduli da firmare
Di tabelle sul frigo per chi accompagna chi
E tu lo sai che dopodomani sarà faticoso, che ti cadranno in testa foglie e primi raffreddori, panni che non si asciugano e telefonate al pediatra. Ma intanto ti godi quel primo assaggio da C’era una volta.
C’era una volta (o forse erano due, tre, ventordici) le prove sportive.
Ecco, io non ho ricordi di mia madre che mi chiede occhiacuore: “Tesoro, quest’anno che sport vuoi fare?”
Si fa il nuoto perché è uno sport completo e fa bene come l’uovo sbattuto. Punto.
E pazienza per quei minimi effetti collaterali tipo capelli umidicci, verruche ai piedi e complessi preado da peli in eccesso e rotondità in difetto.
Io per l’appunto, caro a.s. 2022-23,
succube di tale completezza sportiva e disagi affini, opterei bellamente per il pentathlon 5 giorni su 7: merenda-parchetto sotto casa-compiti-cartoni-favola della buonanotte, il tutto condito da una mezz’oretta di sana noia.
Ma la mia dolce metà un tempo giovane e tonica sostiene che LO SPORT VA FATTO, anche a costo di tagliare drasticamente sugli alimenti. Il che è un ossimoro e lui lo sa bene, visto che se poco poco corre dieci minuti in pausa pranzo sullo scolmatore dietro casa poi si sente in diritto di depredare il frigo per una settimana.
E insomma, siccome LO SPORT VA FATTO, la dolce metà mai stata giovane e figuriamoci tonica (che sport non ne fa dal 1998 ma in compenso rimpinza il frigo per tutte ste giovani e meno giovani promesse) aggiunge una pagina al suo file excel SETTEMBRE con le benedette PROVE SPORT.
E, deve ammetterlo, un po’ si diverte pure.
In fondo, stare a guardare i suoi figli come a teatro non le capita spesso.
Ok, nel frattempo deve evitare che il piccoletto ruzzoli giù dagli spalti, l’altro minion se la faccia addosso, il Signor No prenda a morsi la gabbia delle palline, il GGG cominci a esternare il suo disappunto verso qualunque disciplina diversamente calcio, il Brucomela si appenda come Tarzan alle parallele e la Pasionaria imprechi in fa diesis contro un paio di pantaloncini sbagliati nella sacca e l’infame destino di avere dei fratelli.
Ma questa intensa terapia occupazionale impedisce pure alla medesima signora di abbarbicarsi alle transenne come fanno certe mamme, per incoraggiare, coccolare, redarguire, consigliare, rifocillare, aizzare il proprio pargolo. Nonché di leggersi un libro in santa pace come fanno poche altre.
Ecco, forse questa è la lezione più importante che la genitrice sovraffollata ha appreso a settembre mese di belle speranze: stare oltre le transenne. Al massimo blaterare con se stessa o con qualcuno che ancora l’ascolta.
Buon Dio, se solo facessero tutti lo stesso sport! Stessa palestra stessi giorni stessi orari è chiedere troppo? Un paio di coincidenze astrali almeno?
Non potrebbero decidere una buona volta e per i prossimi 2-3 lustri?
Ti prego, che non si mettano in testa di diventare dei campioni, che ho già finito i giorni della settimana e pure la pazienza. La fai facile tu, con la tua ubiquità.
Per carità, che ci credano eh! Mica li voglio scoraggiare!
Anzi, con tutto quello che mi costano, guai se mollano!
Che poi se non fanno fatica a questa età… mica vorranno crescer su come dei rammolliti.
E che si divertano però, senza lagne!
Che abbiano un pizzico di autostima più di me. Ma senza diventare competitivi. Solo un pizzico. Per non abbattersi alla prima pioggia.
Che facciano squadra. Solo belle persone però, niente bulli. Niente tossici, niente pettegoli, niente vip. Magari qualche vicino di casa con cui fare la strada insieme quando è buio, dai.
E se poi si ammalano? Se mi ammalo io? Se mi esaurisco? Buttaci un occhio, please.
Che poi a te sembrano portati? Forse meglio il pianoforte. O il sudoku. Sì, mi ci manca solo.
Già ci sono i compiti. E il catechismo. E il traffico.
Ah, scusa, sarebbe bello se imparassero a farsi la sacca da soli. E anche il letto già che ci siamo.
Io me lo vedo il buon Dio, come se la ride a settembre.
Che se dovesse prendermi sul serio, altro che transenne!
Mi imballerebbe col pluriball tipo valigia all’aeroporto. Destinazione ignota.