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Davide, cuore e fionda

Io Davide me lo immagino un po’ come Semola prima di diventare re Artù. Un pel di carota col moccio al naso.
Ragazzino – lo prendono in giro – hai ancora i denti da latte e vuoi combattere contro un gigante? Metti almeno l’armatura che sei tutto pelle e ossa. E giù a scompisciarsi.
Ma Davide è furbo e svelto come un monello di strada e sa tirar di fionda. È uno che nel suo pelle e ossa ci sta proprio bene.
Ridete ridete, e intanto lui vince.

Il nostro piccolo Davide – nostro perché è già un po’ di tutti – se ne sta qui tutto nudo e silenziosamente combatte. È armato di tubicini, elettrodi e cerotti, ma è il suo cuore a dettar legge.

Combatte per la vita, forse, piccolo guerriero.
Stravince sui grandi Golia che tutti noi ci portiamo dentro. 

Semplicemente nascere e lasciarsi amare.

* Siamo commossi e grati per tanto affetto e preghiere messi in circolo. Chiedete voi quel che volete, perché noi non sappiamo nemmeno bene cosa. La verità è che questo figlio “solo da guardare” è già una grande risposta al nostro cuore sempre inquieto. 

* Grazie ad Anna Chiara che ora più di prima mi fa compagnia con le sue ore d’aria. Lei ha un dono, seguitela qui: ORA D’ARIA 52 – La libertà della disabilità

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