Tommaso doveva chiamarsi Martino. Poi abbiamo intuito che questo figlio ci avrebbe fatto toccare il cuore di Gesù. Non immaginavamo come, ma a quel nome abbiamo affidato un desiderio. E Tommaso fu. In sala parto, quel suo cuore che batteva all’impazzata ci ha strappato un sorriso dietro la mascherina. Non aveva alcuna fretta di nascere, si è fatto attendere ancora più degli altri. Ma poi ha assecondato ogni respiro, facendo capolino mentre la mamma rideva.
Adesso è qui che aspetta, come tutti noi. Di ricevere carezze, di conoscere il mondo, di essere accolto da una Famiglia più grande. È un desiderio infinito, una nostalgia, che ci scava nell’attesa. Preparandoci silenziosamente a qualcosa di meraviglioso. Sarà come tornare a casa dopo un lungo viaggio.